SENTIERI
CULTURALI DELLE M
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CENTRO STUDI
ALALEONA Il
Centro Studi “Domenico Alaleona” prende corpo nel 1999, punto
d’arrivo di un lungo interessamento al compositore cui si intesta che
risale ai primi anni di attività dell’Istituto di Studio e Ricerca da
cui origina Che
il compositore, teorico e musicologo marchigiano Domenico Alaleona
(1881-1928) sia un autore di notevole interesse e importanza storica non
corrispondente al pressoché totale oblio che ne ricopre ancora oggi
l’opera, comincia finalmente pian piano ad essere un dato conosciuto. Un
punto di partenza recente di tale parabola ascendente può essere
considerato il volume “Aspetti e presenze del Novecento musicale”,
pubblicato nel Fervido
riscontro di proliferazione culturale ai semi gettati nelle diverse
edizioni dell’Accademia dedicate al rilancio d’attenzione sull’opera
di Alaleona, è la diffusione anche geografica della successiva
programmazione esecutiva di sua musica, sostenuta con forza dall’azione
di stimolo, sensibilizzazione e promozione da parte del Centro Studi: a
partire da Mosca, dove l’Orchestra “Moscovia” propone la musica del
Maestro marchigiano in un concerto nella prestigiosa Sala Ciaikovskij,
fino a Vienna, con l’esecuzione presso Un
significativo contributo al recupero d’attenzione su Alaleona degli
ultimi anni proviene senza dubbio dall’interesse editoriale rivoltoGli
dalla rivista Scena
marchigiana, da sempre sensibile all’azione recensiva e
divulgativa delle varie attività proposte in merito. Azione che rilancia
anche periodicamente note illustrative sulla figura e l’opera del
Maestro, per definirne un minimo di contesto biografico ed artistico utile
alla migliore comprensione e conoscenza: tanto da riservare all’interno
della rivista uno spazio redazionale specifico – “Alaleoniana”, in
collaborazione con il Centro Studi- che si identifica in una vera e
propria iniziativa editoriale e culturale, attraverso l’approfondimento
di temi e argomenti a lui riferiti e connessi sia come musicista che come
musicologo. Essendo
particolarmente rilevante nell’opera del Maestro la riflessione ed
elaborazione della teoria armonica, una delle necessarie e prioritarie
iniziative che il Centro Studi ha posto in progetto è la riedizione dei
suoi lavori teorici più importanti, in modo da rilanciarla direttamente
all’attenzione della critica odierna. A cominciare da due saggi in cui
il musicista dà conto delle sue ricerche dei primissimi anni del secolo,
concretizzatesi in una formulazione teorica che contempla una divisione in
parti uguali dell’ottava da usare in termini e funzione di nuova
espressività (è proprio Alaleona il primo musicista ad usare il termine
di “espressionismo”), in seguito considerata da molti autorevoli
studiosi come pionieristica sensibilità in certo modo precorritrice del
sistema dodecafonico in quegli stessi anni elaborato e diffuso a Vienna da
Schoenberg. I due fondamentali scritti teorici, pubblicati originariamente
dall’autorevole Rivista Musicale Italiana, sono “I moderni orizzonti
della tecnica musicale. Teoria della divisione dell’ottava in parti
uguali” e “L’armonia modernissima. Le tonalità neutre e l’arte di
stupore” -entrambi del 1911 e usciti a distanza di qualche mese- per la
cui riedizione si è ottenuto il nulla osta della Rai Radiotelevisione
Italiana, attuale editrice e proprietaria dei diritti della testata
dell’epoca, ancora oggi attiva con il nome di Nuova Rivista Musicale
Italiana. L’Alaleona
sinfonico arriva invece alle Edizioni
discografiche con la pubblicazione in CD di musiche alaleoniane
registrate nel corso delle edizioni del Festival
Monti Azzurri
'97 e ‘98; il peculiare interesse
dell’incisione, oltre alla rarità generale di lavori dell’autore, è
che mentre qualche brano cameristico era già stato pubblicato in disco,
per la prima volta essa offre una monografia che presenta anche lavori
orchestrali, di piccolo e grande organico, eseguiti da diversi complessi
artistici internazionali. Chi
era presente al memorabile concerto sinfonico del 31 agosto 1997 al Teatro
“Marchetti” di Camerino, culmine alaleoniano dell’Accademia
Monti Azzurri
di quell’anno, sa che quell’evento musicale
è stato un importante momento nella riscoperta del musicista di
Montegiorgio. Il
programma, eseguito dall’Orchestra Filarmonica Nazionale Russa di Tomsk,
per la direzione del M° Boguslaw Dawidow, vedeva in scaletta ben tre
titoli di Alaleona: “Quattro canzoni italiane”, “Quattro laudi
spirituali italiane” e “Elegia”. Il concerto -produzione originale
del Festival, che provvedeva anche alla cura delle partiture ancora
inedite- ha costituito quindi un appuntamento “storico” per il
recupero dell'autore, proprio in quanto i suoi titoli per grande orchestra
sono da tempo pressoché scomparsi da ogni programmazione, forse
addirittura dalla morte stessa del compositore: infatti, mentre qualche
pagina cameristica si può raramente rintracciare in qualche concerto
nell’area locale del Piceno, proprio non si ha traccia di esecuzioni dei
brani per grande organico orchestrale, quali sono state quelle di
Camerino. Ed è stata una sorpresa per tutti, interpreti e pubblico: una
riscoperta non solo musicologica, ma soprattutto musicale, per il valore
che quelle musiche “dimenticate” hanno rivelato di contenere. Un uso
sapiente sia delle strutture compositive -delle quali Alaleona è stato
all’inizio del secolo un acuto teorico ed inascoltato innovatore, per
certi versi anticipatore della futura elaborazione dodecafonica- che di
efficaci soluzioni nella strumentazione, rendono i brani sinfonici di
Alaleona assai freschi e interessanti ancora oggi. Se nelle “Quattro
canzoni” il gioco della sezione d’archi e degli strumentini (flauto,
oboe, clarinetto, fagotto) crea suggestioni di delicatezza e raffinata
“semplicità” con eleganti richiami anche ad atmosfere popolaresche,
le “Quattro laudi” si caratterizzano invece per una decisa energia,
sorretta dal più corposo suono dei fiati, ove campeggiano ben tre trombe.
La magia dell’uso dell’arpa contrapposta alla forza delle percussioni,
gli incisi ora taglienti ora soavi dei fiati, la vasta gamma espressiva
degli archi, dai teneri pizzicati ai sovracuti, agli improvvisi sprazzi di
sognante ma viva melodia, hanno catturato l’attento uditorio camerte,
ammaliato dalla qualità della scrittura e dalla sorpresa di un ascolto
assai piacevole; ma il culmine arrivava con l’ultimo titolo di Alaleona
in programma, “Elegia”. Qui l’imponente organico dei fiati (tutti e
in parti almeno raddoppiate) combinava con gli archi, l’arpa, le
percussioni momenti di altissimo lirismo e di potente espressività
dinamica, sempre con gusto e con arditezza nelle soluzioni timbriche e
armoniche: un brano di quelli che piacciono ai grandi concertatori e che
permette loro un’interpretazione molto partecipe. Scrosci di applausi
salutarono ogni brano; visibilmente soddisfatta e non poco emozionata la
figlia del M° Alaleona,
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