SENTIERI
CULTURALI DELLE M
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SCENA
MARCHIGIANA Da
sempre con Andrea Brunetti direttore responsabile e Gianni Gualdoni
direttore editoriale, il giornale si fa apprezzare per il dinamismo della
sua proposta, che rinnova il panorama editoriale locale con la sua veste
grafica curata ed elegante ma soprattutto con la varietà dei temi
trattati e la libertà delle sue argomentazioni, sia in ambito di cronaca
dell’attualità culturale e sociale, sia nell’ampio impegno tra
ricerca storica, studi, approfondimenti, inchieste. Nel
1997 amplia sin nel titolo di testata la sua pertinenza editoriale e
conseguente presenza istituzionale, aggiungendovi “nella Provincia di
Ancona”, che poco dopo diventa “nella Provincia Marchigiana”. Da
gennaio 1999, infine, evolve ancora diventando una rivista specializzata
in temi e argomenti di cultura con particolare riferimento al mondo dello
spettacolo, del passato e del presente: la testata divenda dunque
“Paradigmi e Idee della Scena Marchigiana”, meglio nota sinteticamente
come “Scena Marchigiana”. La mutazione editoriale è sostanziale e
proietta la rivista all’attenzione culturale ed alla diffusione
nazionale. La trattazione riguarda infatti l’articolato caleidoscopio
della vita teatrale e musicale d’oggi della regione, ma anche le sue
ricchissime radici ed eccellenze storiche. Tanta argomentazione di grande
interesse, di cui gran parte non raggiunge le pagine dei giornali
nazionali e di cui invece “Scena Marchigiana” amplifica
l’attenzione attraverso una larga diffusione, che arriva in tutta
Italia a migliaia di indirizzi mirati di cultori, appassionati,
professionisti del settore. Una sorta di “rivoluzione copernicana” che
riscontra da subito un enorme successo e unanime apprezzamento
qualitativo: accanto ad ampia attività recensiva delle evenienze di
spettacolo in regione, la rivista pubblica studi, ricerche, note sulla
storia dei teatri delle Marche, sui musicisti, sugli artisti, su fatti,
miti, riti, tradizioni e peculiarità che connotano ancora oggi la regione
come “terra dei cento teatri”. Al culmine della lusinghiera
esperienza, la pubblicazione cessa alla fine dell’anno 2000. |